Basilica di San Marcello in Montalino

Basilica di San Marcello

San Marcello è il Santo a cui è dedicata, Montalino è la zona, il poggio che sovrasta la città di Stradella, a poca distanza dalla Rocca Superiore, Basilica perché richiama le prime chiese cristiane.

La storia della Basilica si può dividere in tre periodi: dall’origine al 1500, nascita e splendore, dal 1500 al 1900, la decadenza e dal 1900 ad oggi il faticoso recupero e restauro. 

L’origine, per quanto non vi siano dati certi, viene fatta risalire, sulla base delle osservazioni architettoniche di molti studiosi, alla fine dell’XI o agli inizi del XII secolo e, con molta probabilità, nello stesso luogo dove sorgeva un altro piccolo edificio sacro, che la tradizione vuole riferito al re longobardo Liutprando, regnante a Pavia nell’VIII secolo, individuato forse dai resti della fondazione di un’abside all’interno della Basilica.

Per la posizione, le scarse notizie storiche consentono di supporre che la Chiesa fosse al servizio sia della popolazione che gravitava attorno alla Rocca di Montalino, possesso dei Vescovi di Pavia, ed anche del nuovo insediamento, il nuovo Borgo di Stradella, che era sorto sullo sperone della collina intorno all’anno Mille.

La prima testimonianza documentata dell’esistenza della Basilica di Montalino risale tuttavia al 1322, nel periodo di massimo splendore, quando era la chiesa parrocchiale del Borgo di Stradella. Dal 1460 altre testimonianze, con l’inizio delle visite pastorali del Vescovo di Pavia, ne confermano l’esistenza e le vicissitudini.

La Chiesa fu risparmiata dalle scorribande dei Piacentini nelle guerre del 1216 e di Giovanni l’Acuto nel 1373, ma dal 1500 quando nel Borgo di Stradella si costruisce la nuova Chiesa parrocchiale inizia un periodo di decadenza. La Basilica diventa Oratorio, viene retta da un Rettore, e viene progressivamente abbandonata (minatur ruinam, dice il Vescovo nel 1576) e poi restaurata; alla fine del XVII secolo viene edificata la torre campanaria abbattendo un’abside laterale e quindi le vengono addossate piccole costruzioni sul lato nord.

Nel 1829 passa al demanio dello Stato e successivamente è sospeso il culto e trasformata in lazzaretto per i colerosi. Alla fine del XIX secolo viene riconosciuta monumento nazionale, e nel 1901 è acquistata dal Comune di Stradella per trecento lire con l’impegno di restaurarla. Solo nel 1933 inizia una prima fase del recupero che termina nel 1958 con un sapiente e impegnativo restauro. Si  riporta alla luce quella struttura così semplice ed elegante che fa della basilica di Montalino un gioiello dell’architettura romanica. Nel 1999 in occasione del Giubileo 2000 si è provveduto ad un ulteriore restauro di consolidamento, isolandolo dalle altre costruzioni, risanando la copertura e mettendo in evidenza la freschezza del cotto e delle pregevoli absidi esterne.

L’architettura. Osservando San Marcello si riconosce la struttura basilicale per l’uniformità del carattere architettonico, in stile romanico lombardo, forse opera di un Maestro Campionese. All’interno le navate sono tre, quella centrale più alta e spaziosa, separate da archi a tutto sesto, in cotto misto a pietra, sostenuti da tre pilastri per parte. Le absidi sono due, in quanto quella della navata destra è stata sacrificata nella costruzione del campanile alla fine del XVII secolo. Nell’interno delle absidi si notano i resti di antichi affreschi, molto danneggiati, venuti alla luce nel restauro del 1958. In particolare, nella volta dell’abside minore si nota la figura di un Santo Vescovo e di un Santo scalzo e benedicente, mentre in quella centrale si nota la figura della Madonna orante e un Santo con un libro sottobraccio. Nel pavimento sono in evidenza le pietre che ricordano i resti di una precedente fondazione.

All’esterno la facciata a capanna è rivolta a levante e si presenta molto semplice e uniforme, con due finestrelle di cui quella sinistra presenta una grossa fenditura per il cedimento del muro in epoca remota.   Sul lato meridionale si notano i resti di una fascia di archetti pensili e tre finestre a feritoia con doppia strombatura, di cui una con una interessante decorazione originale in terracotta: vi è rappresentato un uccello con un ramo fiorito nel becco, simbolo dei Malaspina feudatari negli anni Mille di tutto il territorio circostante, forse committenti dell’opera.

Le finestrelle si ritrovano anche nelle absidi le cui pareti esterne sono decorate da archetti in cotto intersecate da lesene sporgenti in risalto sul muro. L’interesse artistico è dato anche dalle decorazioni, come le due file di mattoni disposti a sega, frammentati da una treccia sempre in cotto e da piccolo capitelli di ottima fattura che sporgono dal muro e sostengono gli archetti esterni delle absidi.

Novecento anni di Storia sono racchiusi e conservati in questo edificio, che non è solo un capolavoro ben conservato dell’arte romanica da visitare, ma è anche la memoria della vita dell’antico Borgo di Stradella.

                                                                                                                                             CMC

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